Nasce da una Giulia Quadrifoglio manuale per ridare forma alla Giulia storica del 1962. Ed è un retromod, non un restomod.
All'atelier torinese della ErreErre Fuoriserie hanno infatti lavorato sul concetto di retromod, che come nelle operazioni di restomod ha l’obiettivo di far rivivere le “auto che non ci sono più”, partendo però da una punto di partenza opposto.
E cioè da un’auto moderna che, analogamente a una nipote che si veste come la nonna, riprende l’estetica del modello originale mantenendo i vantaggi di comfort, affidabilità e sicurezza di un’auto attuale. Un altro esempio di retromod è stata la recente Alfa Romeo 33 Stradale, basata su una Maserati MC20.
Nel caso della ErreErre Fuoriserie si tratta invece di un’Alfa Romeo nata da un’Alfa Romeo, nello specifico la Giulia Quadrifoglio. Cosa che, tra l’altro, la differenzia dalla 33 Stradale anche perché è una berlina retromod e non una coupé retromod.
I punti strutturali della scocca dell’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio non sono stati alterati, e per la carrozzeria è stata utilizzata la fibra di carbonio, elemento di modernità che prende idealmente il testimone dall’alluminio con cui era costruita l’Alfa Romeo Giulia d’epoca.
Nel video troverete le ultime fasi di preparazione della macchina, che quindi potete vedere in anteprima rispetto alla presentazione ufficiale di Bologna. Quando sono arrivato nell’officina mi ha colpito subito il colore della Giulia ErreErre Fuoriserie, un azzurro che mi ha ricordato subito l’Alfa Romeo 156 e il prototipo Alfa Romeo Nuvola che potete ammirare al Museo di Arese.
Colore che, in ogni caso, richiama anche l’azzurro pastello della Giulia storica del 1962.
Il design è caratterizzato dai 4 fari anteriori circolari, innestati in una mascherina che prende il colore del nichel, in una tonalità ripresa da altri componenti come le calotte degli specchietti o le maniglie delle porte. E anche dai cerchi in lega forgiati, interessanti perché mantengono lo stesso disegno della Giulia storica con il diametro da 20” della Quadrifoglio di oggi.
Le rotondità lasciano poi spazio alle forme più angolate della fiancata e della coda, che è tronca e che racchiude delle luci circolari in una cornice in alluminio ricavato dal pieno con geometria rettangolare, per richiamare la Giulia degli anni ’60.
Nell’abitacolo i colori scelti per accoppiarsi alla tinta esterna della carrozzeria sono il tabacco della plancia in pelle e dell’Alcantara dell’imperiale del tetto, che si alterna con altri pannelli sempre in Alcantara, ma grigi, nella parte bassa dell’abitacolo.
A livello di meccanica, la Giulia ErreErre Fuoriserie ha il motore 2.9 V6 biturbo della Quadrifoglio, con un po’ più di prestazioni rispetto al modello di serie (562 CV e 680 Nm), anche per la presenza di uno scarico Capristo con 2 terminali centrali al posto dei 4 laterali della Quadrifoglio di partenza.
E, nel caso specifico dell’esemplare di presentazione, con il cambio manuale, per essere più in linea con l’esperienza di guida dell’Alfa Romeo Giulia d’epoca. Il tutto tenuto sotto controllo da un’assetto regolabile Bilstein B16 tarato su misura per la ErreErre Fuoriserie.
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Produzione: Edimotive