Il mio racconto su Mario Brega, un vero rappresentante della romanità che non c'è più ed in questo senso un eroe di altri tempi
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Mario Brega, all'anagrafe Florestano Brega (Roma, 25 marzo 1923 – Roma, 23 luglio 1994), è stato un attore italiano. Nel corso della sua carriera è stato impegnato in ruoli diversi: è ricordato prevalentemente per le sue interpretazioni drammatiche sotto la regia di Sergio Leone nella trilogia del dollaro e poi, in ruoli comici, nei film di Carlo Verdone.
Di estrazione popolare, figlio del falegname ed ex atleta olimpico nei 5000 e 10000 metri Primo Brega, esordisce nel cinema come caratterista, avvalendosi della sua corporatura imponente e dell'aspetto burbero: nella prima fase si ricorda la sua partecipazione al film La marcia su Roma (1962) di Dino Risi, in cui interpreta il ruolo del truce fascista Marcacci, detto il Mitraglia, e il piccolo ma cupo ruolo di ergastolano in Detenuto in attesa di giudizio (1971) con Alberto Sordi. Appassionato di pugilato, interpreta un piccolo ruolo di manager nell'episodio La nobile arte del film grottesco I mostri (1963) di Dino Risi.
Con Sergio Leone recita nei ruoli di Chico in Per un pugno di dollari (1964), di El Niño in Per qualche dollaro in più (1965) e del caporale dell'esercito nordista Wallace in Il buono, il brutto, il cattivo (1966). In Per un pugno di dollari e in Buffalo Bill, l'eroe del Far West recita con lo pseudonimo di Richard Stuyvesant. In quest'ultimo, una scena di uno scontro a pugni con l'attore Gordon Scott, degenera in un vero pestaggio da parte di Brega in quanto più volte colpito dall'americano con eccessivo realismo.[1] Recita anche il ruolo di uno dei quattro sicari che vanno alla ricerca di Noodles (Robert De Niro) nel teatro cinese, all'inizio di C'era una volta in America.
Dopo un fortuito incontro in casa di Sergio Leone, fu scelto da Carlo Verdone per recitare in alcuni ruoli tipici del romano,[2] dove il suo innato e roboante umorismo romanesco ha regalato frasi che sono diventate celebri.
Mario Brega morì per infarto a Roma il 23 luglio 1994, nel quartiere Marconi dove viveva, e fu sepolto nel cimitero del Verano.
Rimasto nell'immaginario collettivo, Mario Brega è citato da diversi artisti italiani, come nella canzone Supercafone del Piotta del 1999, quale archetipo di rozzezza; nella canzone White Gangsta dell'album Non Dormire di Noyz Narcos e nella canzone Cali di tensione di Frankie hi-nrg mc nell'album La morte dei miracoli. Nella raccolta di storie brevi a fumetti di Zerocalcare, si immagina un concorso letterario detto "Premio Brega", parodia del premio Strega