Crisi nel Mar Rosso: noli triplicati. A rischio le piccole e medie imprese italiane?
A causa della strozzatura all uscita del Canale di Suez, dovuta agli attacchi degli Houthi e alle minacce dell Iran, sta cambiando le condizioni del commercio marittimo. Dal Mar Rosso attraverso gli stretti di Suez e di Bab el-Mandeb secondo il centro ricerche di Intesa Sanpaolo passava fino a qualche settimana fa circa il 30% del commercio marittimo mondiale e il 40% di quello italiano; in particolare quello che lega il Paese al Golfo, all India, fino a Cina, Giappone e Australia. Ora la strozzatura all uscita del Canale di Suez, dovuta agli attacchi degli Houthi e alle minacce dell Iran, sta cambiando le condizioni. E non solo dell import, come quando il 12 dicembre i miliziani hanno incendiato lo Strinda, un tanker norvegese per prodotti chimici che portava materiale per biocarburanti dall Arabia Saudita all Italia. Anche l export da Genova, Trieste o Napoli verso Shanghai sta iniziando a soffrire un rapido deterioramento. Solo nell ultima settimana il costo della spedizione di un container dal Mediterraneo alla Cina è salito da 153 a 507 euro e il viaggio in direzione inversa è rincarato di poco di meno. I prezzi sono più bassi di quelli seguiti alla riapertura post-pandemica, ma i contratti dell export lo sono ancora di più. Ne parliamo con Augusto Cosulich, agente marittimo genovese, presidente e amministratore delegato della "Fratelli Cosulich".
Dopo Amazon, anche Google, licenziamenti in serie nelle Big Tech
Si apre all'insegna di nuovi licenziamenti, il 2024 dell'industria tecnologica. Dopo Amazon, che ha deciso di licenziare centinaia di dipendenti della divisione dedicata a Prime Video e che la scure si abbatte pure su Twitch (500 licenziamenti), anche Google ha comunicato di seguire la strada dei tagli in questo inizio anno. Big G sta eliminando centinaia di posizioni nell'hardware e nella sua unità Assistant. I tagli arrivano mentre il colosso di Mountain View cerca di «investire responsabilmente nelle maggiori priorità della azienda e nelle significative opportunità che ci attendono», ha fatto sapere Google in una nota.
E fra queste priorità c'è l'intelligenza artificiale, ormai nuovo core business di molte aziende tecnologiche. Un anno fa, giova ricordarlo, Google aveva annunciato il licenziamento di 12mila dipendenti, circa il 6% della sua forza lavoro. Fra le altre società anche Unity Software - società che produce la tecnologia alla base di giochi più popolari come Pokemon Go - ha dichiarato che ridurrà la sua forza lavoro del 25%, eliminando circa 1.800 posti di lavoro. Mentre la società di Elon Musk, X (l'ex Twitter) ha licenziato più di 1.200 dipendenti in tutto il mondo dai team responsabili della lotta ai contenuti offensivi online, secondo i nuovi dati diffusi dall'autorità australiana di regolamentazione di Internet. Secondo Layoffs.fyi, portale che tiene traccia delle riduzioni di posti di lavoro in tutto il settore, l'anno scorso 1.186 aziende tecnologiche hanno eliminato un totale di oltre 262.600 posti di lavoro. Va detto che oggi i tagli hanno un sapore diverso rispetto a un anno fa. Perché con il boom dell'AI generativa, si teme che molti lavori possano essere svolti proprio dall'intelligenza artificiale. E l'ansia dei lavoratori è particolarmente alta, specie per chi si occupa di lavori creativi che possono essere interessati dalla proliferazione di questa nuova tecnologia. Approfondiamo il tema con Biagio Simonetta, de il Sole 24 Ore.
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